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Curcuma: un prezioso alleato per la nostra salute

Curcuma - copertina

Origine

Il Genere Curcuma (in inglese Turmeric) appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa dello Zenzero e del Coriandolo) e comprende oltre 90 specie conosciute. La specie maggiormente impiegata in cucina e in fitoterapia, oltre che la più nota, è la Curcuma Longa o Curcuma Domestica.

La curcuma è una pianta erbacea perenne, con grandi fiori gialli che può raggiungere il metro di altezza; nasce spontaneamente nell’Asia meridionale, dall’India alla Malesia e predilige le aree a clima tropicale e ad elevata piovosità, con temperature comprese tra i 20 e i 35°C. La parte della pianta che viene utilizzata è, al contrario della maggior parte delle piante, la radice, la quale è costituita da un grosso rizoma cilindrico, ramificato e globoso, anch’esso intensamente giallo-arancio e fortemente aromatico.

Storia

Questa spezia è presente nella storia dell’uomo da almeno 4000 anni. Veniva infatti impiegata dagli Assiri per tingere i loro tessuti e gli indiani ne avevano già individuato le proprietà terapeutiche e consideravano la curcuma una spezia magica in quanto il suo potere colorante giallo era secondo loro correlato al sole. Nel XIII secolo Marco Polo, nei racconti dei suoi viaggi in Cina, descrive la Curcuma: “Vi è anche un vegetale, che ha tutte le proprietà del vero zafferano, così come il colore, ma che non è vero zafferano… (La Curcuma) è tenuta in grande considerazione, ed è un ingrediente in tutti i loro piatti”.

L’impiego di questa spezia è stato tramandato nei secoli ed è giunto fino ai giorni nostri, dove viene tuttora impiegato, soprattutto in Oriente. Il giallo intenso della curcuma viene tuttora utilizzato per tingere artigianalmente le stoffe dei monaci buddisti e come ingrediente nella preparazione di una famosa miscela di spezie di origine indiana, il curry. Un uso molto particolare della curcuma è presente in alcune tradizioni folkloristiche indiane. Il caso più celebre è la cerimonia bengalese del “gaee holud” durante i preparativi delle nozze, in cui si utilizza la il pigmento, chiamato Sindur, per colorare il corpo e i capelli delle spose.

Anche se la data rimane incerta, sembra  che ad introdurre la curcuma in Europa siano stati gli Arabi, specializzati nel commercio delle spezie; essi sono stati i primi a darle il nome di “Kur Kum”, che significa “zafferano”. Da allora il nome è rimasto invariato e il suo uso si è rapidamente diffuso in tutto il mondo. A causa del colore molto simile allo zafferano, per molto tempo fu considerata una spezia poco nobile e fu infatti soprannominata “zafferano dei poveri” o “zafferano delle indie”: non possiede alcuna parentela con lo zafferano ma ne condivide il medesimo potere colorante, con un prezzo nettamente inferiore.

Posologia, usi in gastronomia e nell’industria alimentare

Dal rizoma giallo intenso della curcuma, bollito, essiccato e polverizzato si ottiene una polvere finissima, molto utilizzata nella gastronomia indiana e asiatica. L’ingrediente attivo è rappresentato dalla curcumina, caratterizzata da un sapore terroso, amaro, piccante e molto volatile; al contrario, l’intensità del colore permane inalterata nel tempo.

La curcuma, fino a 8 g/die non è tossica per l’uomo e la Food and Drug Administration americana (FDA) l’ha classificata come  “GRAS”, General Recognition And Safety, ovvero “Generalmente Riconosciuta Sicura”. Per un uso salutistico è sufficiente introdurre la spezia nella dieta quotidiana. La dose giornaliera consigliata è compresa tra 3-5g, che corrispondono a circa 2 cucchiaini da caffè, da usare come condimento sulle pietanze, ma anche per preparare salse, yogurt o bevande. Oltre ad essere un insaporitore, la curcuma viene impiegata come colorante alimentare e tra gli additivi alimentari codificati dall’Unione Europea, la curcuma è indicata con E100.

Composizione e assorbimento nell’organismo

Dei tre curcuminoidi principali ritrovati nella curcuma (curcumina, demetossi curcumina e bis-demetossicurcumina), la curcumina, responsabile del pigmento giallo, è quello che possiede le proprietà farmacologiche. La curcumina è un composto polifenolico biologicamente attivo, isolata per la prima volta dai rizomi della curcuma nel 1815 da due scienziati tedeschi, Vogel e Pelletier, che le diedero il nome ancora oggi in uso. Appare come una polvere con scarsa solubilità in acqua, mentre è solubile in olio, etanolo e acido acetico.

La curcumina è una delle sostanze di origine vegetale più studiate per le proprietà antiossidanti e chemiopreventive, insieme a licopene (pomodori), genisteina (soia), resveratrolo (vino rosso), quercetina (cipolle, capperi, molti altri vegetali) ed epigallocatechina-3 gallato (tè verde). Sebbene la curcuma da sola sia una potente spezia medicinale, essa possiede una scarsa biodisponibilità a causa del suo rapido metabolismo nel fegato e nella parete intestinale con conseguente assorbimento sub ottimale da parte dell’organismo.

Per risolvere questo problema è consigliata l’associazione con un piccolo quantitativo di pepe nero: la piperidina contenuta in quest’ultimo, infatti, è in grado di aumentare la biodisponibilità della curcumina. Quando il pepe nero è appena macinato, gli oli essenziali del pepe si sprigionano e sono più biodisponibili. In alternativa è possibile sciogliere la curcuma in olio o thè verde o in qualsiasi alimento grasso.

Benefici della curcumina sulla nostra salute

La curcuma possiede molteplici proprietà benefiche, riconosciute dalla medicina tradizionale (non solo da quella alternativa); le prove raccolte in studi preclinici (ovvero condotte su animali) e clinici (condotti sull’uomo) hanno evidenziato che la curcumina agisce e modula numerosi bersagli molecolari ed esercita diverse attività biologiche che possono essere così elencate:

  • Azione antiossidanti e detossificante;
  • Attività antinfiammatoria e anti-dolorifica;
  • Previene le infezioni batteriche e rafforza il sistema immunitario;
  • Attività anticoagulante/antipiastrinica;
  • Attività antireumatica;
  • Attività neuroprotettiva e di miglioramento delle funzioni cognitive;
  • Proprietà digestive e carminative;
  • Aiuta a prevenire e/o gestire il diabete di tipo 2;
  • Contribuisce all’efficacia dei farmaci antidepressivi;
  • Attività cardioprotettiva;
  • Proprietà antitumorali.

Di seguito vengono descritte le principali proprietà benefiche di questa spezia, validate attraverso studi scientifici.

Attività antiossidante e detossificante

Alcuni fattori ambientali possono indurre la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS), ovvero dei radicali liberi, responsabili dello stress ossidativo: la luce UV e le radiazioni, gli inquinanti atmosferici come l’ozono, il fumo di sigaretta, il consumo eccessivo di alcool e abitudini di vita scorrette, l’esposizione a solventi e metalli pesanti etc…

Tuttavia, alle giuste concentrazioni, i ROS e i RNS prodotti anche dal nostro organismo svolgono importanti funzioni fisiologiche, quali ad esempio, la maturazione delle strutture cellulari e la regolazione del flusso sanguigno; vengono inoltre impiegati da alcune cellule del sistema immunitario come armi per combattere e distruggere le cellule tumorali e gli agenti infettivi responsabili di infezioni.

I problemi insorgono pertanto quando viene a mancare l’equilibrio tra la produzione e/o l’accumulo di radicali liberi e le difese antiossidanti messe in atto dalle cellule. Lo stress ossidativo si verifica in presenza di uno sbilanciamento a favore di ROS e RNS, con conseguenze che possono contribuire alla genesi e allo sviluppo di patologie come il cancro, l’aterosclerosi, le malattie neurodegenerative e l’invecchiamento precoce. Per combattere lo stress ossidativo il corpo utilizza antiossidanti, sostanze che possono essere prodotti dall’organismo stesso o possono essere assunte tramite la dieta o tramite la vasta varietà di integratori e supplementi nutrizionali presenti sul mercato.

Per il mantenimento di un corretto equilibrio fisiologico è necessaria una giusta proporzione tra radicali liberi e antiossidanti. La curcumina è un antiossidante assunto con la dieta e funge da efficace scavenger, ovvero da spazzino, di ROS e RNS. Infatti, la curcumina assunta per via orale, adeguatamente associata a piperina o solubilizzata in composti oleosi, può raggiungere nel tratto gastrointestinale concentrazioni sufficienti per esercitare un effetto protettivo nella mucosa contro il danno ossidativo del DNA. Oltre a questa diretta attività antiossidante, la curcumina induce l’espressione di enzimi antiossidanti e detossificanti atti a proteggere le cellule dallo stress ossidativo.

Attività antinfiammatoria e anti-dolorifica

Numerose ricerche hanno evidenziato le proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche naturali della curcuma. La rivista scientifica Oncogene ha pubblicato i dati di uno studio che ha valutato e comparato diversi composti ad attività antinfiammatoria: è stato visto che la curcumina esercita effetti terapeutici maggiori di aspirina e ibuprofene nel controllo del dolore. Tale evidenza è di particolare importanza in quanto l’infiammazione è alla base di quasi tutti i processi patologici che affliggono l’essere umano. Patologie come il cancro, la colite ulcerosa, l’artrite, l’ipercolesterolemia e il dolore cronico hanno in comune uno stato generale di infiammazione.

L’attività antidolorifica della curcumina è particolarmente importante nella la terapia dei grandi ustionati. In genere, le vittime di ustioni gravi, per alleviare il dolore, vengono trattate con derivati oppioidi e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).  Tuttavia, proprio grazie alle proprietà antinfiammatorie ed analgesiche, la US Army Institute of Surgical Research ha indicato l’uso della curcumina nel trattamento del dolore in seguito a ustioni.

Previene le infezioni batteriche e rafforza il sistema immunitario

Uno studio condotto dai ricercatori della Oregon State University, finanziato dal National Institute of Health e pubblicato sul Journal of Nutrition Biochemistry, ha dimostrato che la curcuma è in grado di rafforzare il sistema immunitario proteggendo il nostro organismo dalle infezioni. La curcumina sembra in grado di aumentare livelli della proteina  CAMP (peptide antimicrobico catelicidina) implicata nel controllo della risposta immunitaria contro gli attacchi di virus, batteri e funghi. Secondo gli scienziati quindi, l’introduzione della curcuma nella dieta di tutti i giorni potrebbe essere un valido aiuto per l’organismo nella prevenzione delle infezioni, specialmente quelle a carico del tratto gastrointestinale.

Ulteriori studi sull’attività si sono concentrati sulle proprietà antinfiammatoria e antimicrobica della curcuma nel trattamento di alcune malattie del cavo orale. Infatti, l’applicazione topica di un gel a base di curcumina è in grado di ridurre il sanguinamento gengivale e la proliferazione dei batteri parodontali in seguito a terapia parodontale convenzionale. Sono stati formulati anche collutori contenenti curcumina che si sono rivelati efficaci quanto quelli a base di clorexidina nella riduzione dell’infiammazione in caso di parodontiti e gengiviti.

Attività anticoagulante/ antipiastrinica

Per la prevenzione delle problematiche della coagulazione del sangue, l’intervento medico prevede generalmente la prescrizione di farmaci quali l’acido acetilsalicilico (aspirina), diclofenac, ibuprofene, warfarin (coumadin). Tuttavia, alcune persone che effettuano trattamenti prolungati con questi farmaci, possono sperimentare conseguenze gravi come la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare, che richiedono la sospensione della terapia.

Altri effetti collaterali sono: emorragie, mal di schiena, cefalea e dispnea. La curcuma invece non ha effetti collaterali (a meno che non venga assunta in quantità eccessive) e alcuni studi pubblicati negli anni ’80 avevano già dimostrato come la sua assunzione esercitasse un miglior effetto anticoagulante e antipiastrinico in pazienti con trombosi venosa profonda.

Attività antireumatica

Vista l’attività antinfiammatoria della curcumina, è stato condotto uno studio, pubblicato nel 2012 su Phytotherapy Research, su 45 pazienti con artrite reumatoide con lo scopo di confrontare gli effetti della curcumina con quelli del diclofenac sodico, comunemente utilizzato per la cura dell’artrite ma con effetti collaterali a carico dell’intestino e del cuore.

I pazienti che hanno aderito allo studio sono stati assegnati a 3 gruppi: un gruppo in trattamento con la curcumina da sola, un gruppo con il solo diclofenac e un gruppo con l’associazione dei due composti. I pazienti che hanno assunto curcumina da sola hanno mostrato una percentuale più alta di miglioramento dei sintomi rispetto ai pazienti in trattamento con diclofenac da solo. Inoltre, la curcumina si è mostrata sicura in quanto non sono stati registrati eventi avversi, fornendo quindi una prima prova di sicurezza nonché di superiorità nel trattamento dei pazienti affetti da artrite reumatoide attiva.

Tuttavia, per convalidare e confermare i risultati ottenuti, sono necessari ulteriori studi clini su scala più ampia, non solo per quanto riguarda l’artrite reumatoide ma anche per altre condizioni artritiche.

Attività neuro protettiva e di miglioramento delle funzioni cognitive

Secondo un altro studio pubblicato sulla rivista Asia Pacific Journal of Clinical Nutrition, il consumo giornaliero di 1 g di curcuma a colazione, migliorerebbe le facoltà mnemoniche degli anziani. In particolare lo studio fa riferimento ai pazienti affetti da o predisposti a sviluppare il diabete di tipo 2 in quanto è stata dimostrata un’associazione tra il declino cognitivo e tale patologia.

Un altro studio, pubblicato su Stem Cell Research and Therapy, relativo alle proprietà della curcumina e di altre sostanze presenti nella curcuma (ar-tumerone, curlone e β-turmerone) di incrementare l’autoriparazione del cervello, rappresenta un enorme passo avanti per la medicina rigenerativa nell’identificazione di nuove sostanze in grado di promuovere il differenziamento delle cellule staminali in neuroni.

Tali sostanze sembrano prevenire lesioni e altri danni alle arterie cerebrali, ripristinare la produzione di energia da parte delle cellule e mantenere i livelli fisiologici degli enzimi antiossidanti e protettivi del cervello, abbassando il rischio di ictus; sembrano inoltre essere in grado di prevenire o limitare l’accumulo di proteina β-amiloide, responsabile di patologie quali l’Alzheimer e alcune forme di demenza senile. Grazie a questi risultati i ricercatori si stanno impegnando per trovare nell’immediato futuro delle soluzioni per migliorare la qualità della vita di persone che soffrono di patologie neurodegenerative quali Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica e molte altre.

Proprietà digestive e carminative

La curcuma viene comunemente e tradizionalmente impiegata sin dall’antichità come tonico digestivo e detossificante per il fegato in quanto, come digestivo aiuta ad aumentare il flusso biliare dalla cistifellea all’intestino, processo fondamentale per la degradazione dei grassi alimentari; come detossificante epatico agisce incrementando la produzione e l’attività del glutatione, un potente antiossidante.

Spesso, le persone con disturbi digestivi sviluppano intolleranze ai trattamenti farmacologici convenzionali in quanto le mucose e la flora batterica risultano compromesse; in tal caso i farmaci potrebbero addirittura peggiorare la condizione. Infatti, per molti pazienti con patologia infiammatoria intestinale (IBS sindrome del colon irritabile, morbo di Crohn e colite ulcerosa), i corticosteroidi prescritti da una parte riducono la sintomatologia dolorosa, ma dall’altra danneggiano il rivestimento intestinale con peggioramento dello stato di salute.

Un’analisi approfondita sulla capacità della curcumina di alleviare e gestire la sintomatologia di queste condizioni ha rilevato che molti pazienti hanno sospeso l’assunzione di corticosteroidi grazie all’assunzione di curcuma che, con la sua attività antinfiammatoria, ha sostenuto la crescita e il ripopolamento della flora batterica probiotica (i batteri buoni).

Aiuta a prevenire e/o gestire il diabete di tipo 2

Nel 2009, la Auburn University ha pubblicato uno studio su Biochemistry and Biophysical Research Communications che ha dimostrato come l’introduzione della curcuma nella dieta quotidiana possa aiutare a prevenire il diabete di tipo 2, contribuendo all’abbassamento della glicemia e all’inversione dell’insulino-resistenza. Secondo i risultati ottenuti, la curcumina è circa 400 volte più potente della metformina (un farmaco impiegato per il diabete) nell’attivazione di un enzima che migliore la sensibilità all’insulina. La curcumina può inoltre essere d’aiuto nella prevenzione o nel ritardo di alcune complicanze del diabete, come la neuropatia diabetica e la retinopatia (che porta nel tempo a cecità).

Contribuisce all’efficacia dei farmaci antidepressivi

Uno studio, pubblicato sulla rivista Phytotherapy Research, condotta presso il Medical College di Bhavnagar in India, ha descritto un innovativo studio condotto su 60 volontari con diagnosi di disturbo depressivo maggiore (MDD), tra cui il disturbo bipolare (o depressione maniacale). Il dipartimento di Farmacologia ha confrontato gli effetti, assieme alla sicurezza, di un estratto a base di curcuma (1000mg) e Fluoxetina (Prozac, 20mg) usati in associazione e singolarmente per 6 settimane.

Al termine dello studio, non solo è stato scoperto che i pazienti hanno ben tollerato la curcumina, ma la curcumina stessa ha esercitato effetti comparabili alla fluoxetina nella gestione della depressione, senza però avere effetti collaterali. Secondo i ricercatori, questa è stata la prima prova clinica a dimostrare che la curcumina può essere impiegata come terapia efficace e sicura per il trattamento di pazienti affetti da depressione lieve.

Attività cardioprotettiva

Secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Cardiology, sembra che l’assunzione di una capsula di curcumina da 1 g per 4 volte al giorno riduca gli attacchi di cuore in pazienti che hanno subito un intervento di bypass. I ricercatori hanno analizzato 121 pazienti che tra il 2009 e il 2011 avevano subito un bypass. Metà di loro è stata curata con la capsula di curcumina a partire da 3 giorni prima dell’intervento e continuando per i 5 giorni successivi.

L’altra metà ha invece assunto, con le stesse modalità, capsule contenenti placebo. I ricercatori hanno osservato che solo il 13% dei pazienti che avevano assunto la curcumina hanno avuto un attacco cardiaco, contro il 30% del gruppo placebo dimostrando così che la curcumina ha ridotto del 65% la probabilità di infarto, grazie all’effetto antiossidante e antinfiammatorio che possono aver limitato l’entità dei danni al cuore.

Proprietà antitumorali

Secondo quanto pubblicato da autorità globali come Cancer Research UK, la curcumina sembrerebbe in grado di indurre l’apoptosi (ovvero la morte cellulare programmata) delle cellule tumorali, impedendo pertanto la crescita e la diffusione del tumore tramite il circolo sanguigno (meccanismo che porta alla formazione delle metastasi).

Per verificare l’attività antitumorale della curcumina sono stati effettuati diversi studi in vitro su colture di cellule tumorali e i migliori risultati sono stati osservati sulle cellule di tumore della mammella, dell’intestino, dello stomaco e del melanoma.

Uno studio del 2017, condotto dai ricercatori del Baylor Scott & White Research Institute ha inoltre scoperto che la curcumina è in grado di contrastare la chemio resistenza delle cellule di adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC), una forma particolarmente aggressiva di tumore del pancreas in cui le cellule sviluppano resistenza alla chemioterapia, rendendola inefficace.

Dai risultati ottenuti sembra infatti che la curcumina ri-sensibilizzi le cellule tumorali a rispondere alla chemioterapia, anche se l’esatto meccanismo con cui avviene questo processo è ancora in fase di studio. L’autore dello studio ha dichiarato che i prodotti botanici, come la curcumina estratta dalla curcuma, hanno il potenziale di ripristinare una corretta espressione genica nei pazienti, senza però la tossicità intrinseca dei comuni agenti chemioterapici impiegati in oncologia.

I benefici non sono finiti

Le persone affette da patologie autoimmuni di norma quali psoriasi, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sclerodermia, e alcune forme di dolore cronico, trattate con corticosteroidi, possono trarre beneficio dall’uso della curcuma. Il vantaggio della curcumina risiede proprio nella sua capacità di esercitare un’azione simile ai corticosteroidi senza però avere gli stessi effetti collaterali.

Gli effetti collaterali dei corticosteroidi sono diversi e non indifferenti e, come elencato dal National Health Services (NHS) del Regno Unito, includono: acne, asma, rischio di tumore (in seguito ad usi prolungati), lenta cicatrizzazione, predisposizione al diabete, ipertensione, tachicardia, tendenza all’aumento di peso, insonnia, disfunzioni renali e tiroidee, sbalzi di umore, debolezza muscolare, nausea, maggior predisposizione alle infezioni, crescita rallentata nei bambini, fragilità capillare.

Un’altra ricerca, pubblicata su Biofactor,  ha dimostrato che la curcumina può aiutare a perdere peso grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, sopprimendo i processi infiammatori tipici dell’obesità. Anche le donne con sindrome premestruale possono controllare la sintomatologia integrando la dieta con la curcuma. La PMS si manifesta prima delle mestruazioni in circa il 90% delle donne in età riproduttiva e in pre-menopausa ed è caratterizzata da una sintomatologia emozionale (ansia ed irritabilità), comportamentale (affaticamento e insonnia) e fisica (cefalea, tensione mammaria, crampi).

Uno studio recente ha dimostrato che l’assunzione giornaliera di 0,2 g di curcumina per 10 giorni durante tre cicli mestruali consecutivi ha significativamente ridotto l’intensità dei sintomi della PMS.

Controindicazioni

Per le persone in buona salute, la curcuma non ha particolari controindicazioni e la sua assunzione è considerata priva di rischi; l’importante è evitare gli eccessi e non superare le dosi consigliate. Tuttavia, l’assunzione di curcuma è controindicata in persone che soffrono di occlusione delle vie biliari in quanto la curcumina stimola la cistifellea alla produzione di bile, causando coliche dolorose e peggiorando la condizione. In tal caso è consigliabile l’assunzione di curcuma sotto forma di integratori e solo dopo consulto con il proprio medico.

Come già descritto sopra, la curcumina fluidifica il sangue pertanto le persone in post-intervento, o con difetti della coagulazione, o in terapia con farmaci anticoagulanti devono prestare attenzione quando decidono di assumerla; potrebbero peggiorare le loro condizioni di salute esponendosi al rischio di emorragie.  In caso di persone che presentano ittero, ulcera gastrica o insufficienza epatica è sconsigliato l’utilizzo di curcuma, curry e preparati contenenti curcumina.

Anche le donne in gravidanza e allattamento, così come i bambini al di sotto dei 2 anni dovrebbero evitare l’impiego della curcuma. Nonostante la curcumina abbia effetti gastroprotettivi e digestivi, dosi eccessive possono causare problemi gastrici, scatenando indigestioni, nausea, acidità di stomaco e diarrea. Qualora comparissero tali disturbi, interrompere subito l’assunzione della spezia.

Curcuma per la salute dei nostri animali

La curcuma è una spezia dai molteplici usi terapeutici e può essere impiegata per la cura della salute non solo dell’uomo ma anche degli animali da compagnia, in particolare cane e gatto.

La somministrazione di curcuma nel cibo degli animali rappresenta un rimedio naturale ed efficace, senza effetti collaterali che trova applicazione come: depurativo e disintossicante; antibatterico e antielmintico; antiallergico; antinfiammatorio e antidolorifico per patologie artritiche, gastrointestinali, del cavo orale e dei denti; immunomodulatore; antitumorale; protettivo e rinforzante delle cartilagini; ipoglicemizzante e ipocolesterolomizzante; cicatrizzante in caso di ferite.

Il dosaggio consigliato è davvero basso e va assolutamente rispettato: per un cane è pari a circa 50-250 mg 3volte/die (una punta di cucchiaino) mentre per il gatto sono sufficienti 50 mg/die. Non bisogna eccedere per non provocare irritazione del tratto gastroenterico nell’animale. E’ sufficiente mescolare la curcuma nel cibo, mescolandola con un po’ di olio di oliva o di cocco per aumentarne la biodisponibilità e facilitarne l’assorbimento, esattamente come per noi umani. Anche per gli animali esistono sul mercato diversi preparati, con diverse formulazioni, ad uso veterinario. Le controindicazioni sono le stesse osservate per l’essere umano.

Conclusione

La curcuma rappresenta un rimedio naturale completo, efficace e a basso costo, con molteplici proprietà curative e benefiche sulla salute, pertanto vale la pena integrarlo nella dieta vista l’ampia versatilità di questa spezia.

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