Patologie

Stitichezza: cause e rimedi per combatterla

stitichezza

La stitichezza

La stitichezza, o stipsi, deriva dal greco “styphein”, ovvero stretto, ed indica una difficile ed incompleta evacuazione che impatta notevolmente sulla qualità della vita.

La frequenza delle evacuazioni varia da individuo ad individuo; sono considerate fisiologiche fino a tre evacuazioni a settimana, mentre meno di tre movimenti settimanali costituiscono stitichezza.

Inoltre, l’American College of Gastroenterology definisce questa condizione come una defecazione insoddisfacente, difficoltosa e infrequente, che persiste da almeno 3 mesi, accompagnata da disturbi come feci dure, sensazione di incompleto svuotamento, senso di blocco/ostruzione ano-rettale, sforzo eccessivo, fino al ricorso a manovre manuali.

La stitichezza non è una malattia, ma un sintomo comune a molte situazioni e/o patologie. È uno dei problemi gastroenterologici più diffusi nel mondo occidentale, che interessa fino al 28% della popolazione di tutte le età e colpisce principalmente il genere femminile, con un rapporto uomini-donne di 1:4.

Le donne sono infatti più inclini alla stitichezza a causa delle fluttuazioni dei livelli ormonali nel corso della propria vita. In particolare durante la gravidanza, intervengono anche cause meccaniche dovute allo sviluppo del bambino all’interno dell’utero.

La stipsi si riscontra maggiormente a partire dai 65 anni di età, in quanto in questa fase si è meno attivi, il metabolismo rallenta, così come anche la contrazione muscolare lungo il tratto digerente.

In generale, la stitichezza si risolve spontaneamente e in breve tempo. La maggior parte delle persone ne soffre per un breve periodo (stipsi occasionale o acuta), mentre per alcuni individui può prolungarsi per oltre 6 mesi o diventare una condizione permanente (stipsi cronica).

Fisiopatologia e cause

La stipsi può essere primaria o secondaria ad altre cause. La stipsi primaria è ulteriormente suddivisa nei seguenti sottotipi:

  • stipsi con transito intestinale normale: il paziente avverte fastidio, dolore, gonfiore e difficoltà evacuative, nonostante il regolare transito intestinale;
  • stipsi da rallentato transito: è la forma più comune in cui la motilità intestinale risulta alterata da anomalie del plesso mioenterico (ovvero dei nervi che regolano la peristalsi) o da deficit di stimolazione della muscolatura enterica, da parte della serotonina. È stata infatti dimostrata la correlazione tra il Sistema Nervoso Enterico (SNE) e il Sistema Nervoso Centrale (SNC), nel cosiddetto “brain-gut axis” (dall’inglese, “asse cervello-intestino” o “teoria dei due cervelli”). Situazioni di ansia, depressione, forte stress e paura possono stimolare o ridurre la secrezione di serotonina, con conseguente transito accelerato (diarrea) o rallentato (stitichezza).

La stipsi secondaria è invece causata da disfunzioni motorie intestinali e/o anorettali o da alcune condizioni e patologie, in particolare quelle metaboliche, endocrine e neurologiche.

Un esempio è rappresentato dalle persone con diabete, sclerodermia, malattie a carico della tiroide, sclerosi multipla e malattia di Parkinson, diverticolosi e malattie infiammatorie croniche, tumore del colon-retto e danni al midollo spinale.

Inoltre, l’uso prolungato di molti farmaci (anestetici, FANS, l’alluminio contenuto negli antiacidi, anticolinergici, antidepressivi, antipertensivi, antispastici, diuretici, antistaminici, e oppioidi, così come gli integratori di ferro e di calcio) può alterare la regolarità intestinale.

Vi sono poi molte cause simultanee che aggravano la stipsi. Fra le principali troviamo: inadeguato apporto di fibre e di liquidi nella dieta; stile di vita eccessivamente sedentario; cambiamenti ambientali e climatici, ma anche condizioni fisiologiche come la gravidanza.

Infine, la stitichezza è spesso dovuta a cattive abitudini igieniche e dal reiterato comportamento di ignorare o rimandare lo stimolo, perché non si ha tempo o non è il momento né il luogo adatto.

Sintomi e complicazioni

I principali sintomi sono:

  • riduzione della frequenza di evacuazione;
  • emissione difficoltosa di feci dure e secche; dolore al passaggio delle feci; sforzi eccessivi e prolungati;
  • sensazione di blocco/ostruzione ed evacuazione incompleta; gonfiore addominale;
  • ricorso a manovre manuali o uso di ausili come supposte, clisteri e lassativi.

La complicanza più temuta è l’occlusione intestinale, dovuta alla presenza del fecaloma: questo accumulo di feci, in qualsiasi parte del colon, può in rari casi causare ischemia rettale e va trattato chirurgicamente.

Se la stipsi permane per oltre 6 mesi potrebbero insorgere complicazioni quali: dolore, prurito anale, emorroidi, sanguinamento rettale, ragadi anali, diverticolite, gonfiore ano-rettale, cistite, prolasso rettale, perdita di sensibilità nella zona anale e perianale, fino all’incontinenza fecale e urinaria, dovuta al danneggiamento dei muscoli del pavimento pelvico.

Molte persone pensano che la persistenza delle feci nell’intestino possa determinare un accumulo dannoso di tossine. Tuttavia, il colon è espandibile, ed il rischio di un’infezione batterica è molto basso e correlato solo alla presenza di una preesistente lesione o perdita di integrità della mucosa.

Se la sintomatologia sopra descritta permane per più di 3 settimane, è importante rivolgersi al proprio medico curante, senza trascurarla.

Come combattere la stitichezza

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La stipsi non è una condizione salutare ma, fortunatamente, nella maggior parte dei casi è sufficiente migliorare il proprio stile di vita per risolverla. Di seguito si riporta una lista di prodotti di origine naturale da utilizzare, da soli o in combinazione, contro la stitichezza:

  • fibre: le scelte dietetiche hanno un elevato impatto sulla regolarità intestinale. Un adeguato apporto giornaliero di fibre, compreso tra 25-30 grammi, contribuisce a mantenere in salute l’apparato digerente. Le fibre possono essere sia solubili, per dare densità alle feci, sia insolubili, per facilitarne il transito nel colon, ripulendolo. I cibi ricchi di fibre, come i cereali integrali, crusca, fiocchi d’avena, semi di lino, legumi, frutta e verdura, contengono un buon bilanciamento di entrambi i tipi di fibre. Inoltre, sono disponibili in commercio integratori di fibre in diverse formulazioni (capsule, polvere, compresse, …) da associare alla dieta, facendo però attenzione a non consumare un quantitativo eccessivo di cibi ricchi di fibre;
  • oli vegetali e Omega -3 in oli di pesce: l’olio di ricino, di oliva, di semi di canapa e di lino, così come gli Omega-3 contenuti negli oli derivati dal salmone e dal pesce spada, sono rimedi molto antichi e possono essere assunti per lubrificare le pareti e stimolare le contrazioni intestinali. Si consiglia di assumerne fino a due cucchiai al giorno, a stomaco vuoto. Ci possono volere circa 8 ore per ottenere l’effetto sperato;
  • caffeina: il caffè stimola la contrazione della muscolatura colica, favorendo il transito delle feci. Tuttavia, bere troppo caffè può causare disidratazione, peggiorando la stipsi. Pertanto, si consiglia di bere sempre acqua quando si assumono bevande contenenti caffeina;
  • senna: lassativo naturale stimolante utilizzato da millenni per favorire la motilità intestinale; di questa pianta (nota anche come cassia) si utilizzano le foglie, i fiori e i frutti. Si consuma spesso come tisana e il suo effetto si esplica in poche ore. È inoltre approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) come integratore, in compresse o polvere; viene impiegata anche nella sindrome del colon irritabile (IBS) ed in caso di emorroidi;
  • aloe vera: oltre a favorire la guarigione di ferite e bruciature, è possibile consumarne il gel o lo sciroppo (puro o aggiunto a smoothies e bevande), per alleviare l’infiammazione intestinale tipica dell’IBS. È possibile in questo modo alleviare i sintomi della stitichezza;
  • finocchio: diuretico e lassativo naturale, ottimo consumato crudo, arrosto o sotto forma di tisane, la sera prima di coricarsi. I semi, inoltre, aumentano l’azione degli enzimi gastrici durante la digestione;
  • frutta come fichi, prugne e uvetta: specialmente se essiccati, contengono sorbitolo che ha effetto lassativo. Sono tra i rimedi più utilizzati in tutte le fasce di età, per mantenere la regolarità intestinale;
  • miele: oltre a svolgere un’azione antibiotica naturale, è un lassativo ricco di enzimi che favoriscono la digestione. Si può consumare puro (un cucchiaino al giorno), oppure aggiungerlo a bevande calde;
  • melassa: prodotto dolcificante che si ottiene dalla centrifugazione dello zucchero. In particolare, le melasse brune e nere contengono vitamine e minerali (tra cui il magnesio) utili per alleviare i sintomi della costipazione. Si può utilizzare come alternativa allo zucchero da tavola, aggiungendone un cucchiaino ogni sera per favorire lo svuotamento intestinale al mattino;
  • acqua e latte di cocco: idratante e purificante, aumenta la funzionalità renale e stimola il processo digestivo. È inoltre ricco di magnesio, indispensabile per la contrazione dei muscoli necessari ad espellere la materia fecale;
  • tè e tisane: l’assunzione di bevande calde, oltre all’effetto lassativo, aiuta a rilassare la muscolatura gastrointestinale. Lo zenzero e la menta piperita sono utili in caso di digestione bloccata ed irritazione gastrica, mentre la radice di liquirizia ha effetti antinfiammatori e digestivi dopo un pasto abbondante; la camomilla invece allevia la stipsi da stress e tensioni. Il tarassaco allevia la costipazione moderata e purifica il fegato. Infine, il tè verde e il tè nero, contenendo caffeina, hanno effetti simili al caffè, associando anche il beneficio dell’idratazione:
  • succo di limone: è un digestivo naturale in grado di detossificare il corpo. Si consiglia di spremerlo fresco e di aggiungerlo all’acqua o al tè;
  • integratori di prebiotici: contribuiscono a ristabilire e riequilibrare la flora batterica del tratto digerente. Sono presenti naturalmente in molti ingredienti come lo yogurt, ma possono essere acquistati anche sotto forma di integratori;

Prevenzione della stitichezza

Infine, per prevenire il ripresentarsi di questa condizione disagevole, si possono adottare i seguenti comportamenti:

  • corretta idratazione: quando ci si disidrata, il corpo espelle acqua anche dal colon, con conseguente stipsi. È sufficiente bere tra i 6 e gli 8 bicchieri di acqua al giorno (che corrispondono a circa 1,5 – 2Litri), per mantenere le feci morbide e rendere i movimenti intestinali regolari e indolori;
  • movimento fisico: evitare di passare troppe ore seduti mantiene l’intestino sano ed in movimento. Non serve necessariamente praticare sport in modo intenso, ma sono sufficienti anche 30 minuti di camminata al giorno. Tuttavia, la costipazione rende difficile e poco piacevole l’attività fisica, specie se sono presenti crampi e gonfiore. Pertanto, si può optare anche per stretching e tecniche di rilassamento e respirazione, come ad esempio lo yoga;
  • massaggio addominale: stare distesi sulla schiena, premendo le mani sull’addome in modo ritmico per circa 10 minuti per 2 volte al giorno facilita il movimento delle feci dal colon verso il retto. Bere una bevanda calda prima di questa procedura ne potenzia l’effetto;
  • darsi una routine e non rimandare lo stimolo: anche se nella vita di tutti i giorni e nel contesto lavorativo non sempre è possibile, è consigliabile cercare di evacuare alla stessa ora e soprattutto non rimandare lo stimolo quando presente.

 

Bibliografia

https://www.materdomini.it/malattie/stipsi-stitichezza/

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/s/stitichezza-o-stipsi#vivere-con

http://www.chirurgiacolorettale.eu/it/doc/stitichezza.html

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https://www.healthline.com/health/what-does-constipation-feel-like

https://www.webmd.com/digestive-disorders/digestive-diseases-constipation

https://www.health.harvard.edu/bladder-and-bowel/natural-ways-to-relieve-constipation

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